È una condizione dolorosa che colpisce soprattutto gli sportivi che praticano atletica leggera, in particolare i maratoneti, poiché sollecitano molto questo tendine nella fase di slancio del piede nella dinamica della corsa.
Proprio per l’alta incidenza negli sport da corsa, in molti chiamano questa tendinite “tendinite del podista.”Lla cosa migliore è spiegare correttamente il concetto di quantificazione dello stress meccanico. Una serie di interventi sarà quindi determinata in base alla nostra valutazione e ai livelli di stress meccanicoi raggiunti;Si procede quindi con : rinforzo eccentrico, stiramento manuale delle fibre del tendine, rimozione dell’eventuale attrito locale (tagliare la conchiglia del tallone dalla scarpa). Nella maggior parte dei casi, nessun tempo sarà sprecato, correzione biomeccanica, terapia manuale ed elettroterapia (ultrasuoni, TENS). I farmaci antinfiammatori e le iniezioni di cortisone devono essere evitati se non veramente in situazioni estreme. Va notato che questo approccio funziona con oltre il 95 percento dei corridori che vengono da noi per una consulenza. Cosa fare quando questo non funziona? Le onde d’urto possono essere una buona opzione . Ovviamente bendaggi di scarico e kinesiotaping accompagnano sempre la fase acuta in associazione con tutti gli altri trattamenti. Resta comunque difficile,dare dei tempi medi di guarigione,perché le variabili indipendenti superano di molto quelle che dipendono direttamente dal comportamento dell’atleta, o del fisioterapista, ad esempio a volte è importante valutare lo stato di nutrizione generale del soggetto per individuare carenze di fattori che concorrono alla viscosità dei tessuti, oppure un eccesso di acidificazione tessutale che sono alla base di ogni tipo di infiammazione, e tante tante altre variabili.