Le fratture da stress non dipendono da uno specifico trauma (ad esempio una caduta o un colpo) ma si verificano in seguito a stimolazione ripetuta e usura. Interessano soprattutto i metatarsi ed il calcagno. Sono sempre il punto finale di una sequenza di sovraccarichi, anche se a volte sono determinate da fattori di tipo casuale.
Tra le principali cause possiamo elencare:
- allenamenti intensi
- aumento improvviso dei carichi di allenamento
- muscoli eccessivamente contratti
- peso corporeo eccessivo
- utilizzo di scarpe non adeguate a determinati terreni o di scarpe usurate
- allenamenti su terreni duri e scoscesi
- osteoporosi
- età avanzata
Le fratture e le altre lesioni ossee da stress costituiscono una buona parte di tutte le lesioni sportive. Gli atleti maggiormente a rischio di frattura da stress sono i podisti, i saltatori, i ginnasti ed i ballerini, i quali sono solitamente più colpiti agli arti inferiori. Non è insolito, però, trovarsi di fronte a fatture da stress, anche in ragazzini, sebbene l’età avanzata venga annoverata tra le maggiori cause.
I principali sintomi della frattura da stress si manifestano attraverso il dolore, solitamente localizzato e dolore al carico, soprattutto nelle ore notturne. L’esame diagnostico da eseguire è la lastra (o radiografia), ma trattandosi di microfratture, spesso risulta più efficace la risonanza magnetica, che riesce a mostrare delle immagini più dettagliate e precise.
L’identificazione precoce delle fratture da stress non sempre è immediata poiché la sintomatologia è molto comune a quella di altri “infortuni sportivi”.
La riabilitazione di una frattura da stress, nella fase iniziale, prevede l’uso dell’immobilizzazione da parte del fisioterapista. È consigliabile una terapia mirata al drenaggio e al miglioramento dello stato infiammatorio. Solo nella fase successiva, vengono introdotti degli esercizi di stabilizzazione articolare in posizione statica, i quali, nella fase di ritorno in campo, verranno riproposti in posizione dinamica e su piani instabili.