Sindrome femoro-rotulea

Il sovraccarico funzionale è uno dei principali fattori di rischio. Il primo indicatore di probabile sindrome femoro-rotulea è il dolore in sede rotulea, soprattutto in basso e ai lati più che sull’osso stesso. Per una diagnosi precisa è bene approfondire con RX, TAC o RMN (risonanza magnetica) per valutare lo stato dei tessuti. Il trattamento della sindrome femoro-rotulea è specifico per ogni paziente, e si pianifica in virtù di diversi fattori, come gli elementi che hanno causato la sintomatologia. Nel runner si studieranno variazioni di scarpa, di terreno, di dislivello e di sovraccarico meccanico. Ad ogni modo in ogni trattamento sono presenti tre componenti, che vengono integrati tra loro creando una sinergia terapeutica virtuosa:

  • Tecniche di terapie manuale: servono per trattare eventuali disfunzioni di movimento che riguardano il ginocchio ma anche altri distretti come il piede, l’anca, o la schiena e che potrebbero influire sulla meccanica di questa articolazione. Le tecniche di terapia manuale si utilizzano anche per trattare i tessuti molli come muscoli e tendini. E’ il caso ad esempio del massaggio funzionale o del massaggio trasverso. Alcuni fisioterapisti integrano le tecniche di terapia manuale con l’applicazione di IASTM, degli accessori di metallo che contribuiscono ad allentare eventuali impedenze fasciali.
  • Esercizi terapeutici: sono fondamentali sia per migliorare la sintomatologia, sia per accelerare i tempi di recupero e sia per impedire l’insorgere di eventuali recidive. Gli esercizi che verranno proposti al paziente avranno l’obiettivo di recuperare, mantenere oppure migliorare la propriocezione del ginocchio e la sua forza muscolare. Ma come accennavamo prima a volte il problema potrebbe non riguardare solo il ginocchio e in quel caso si pianifica un training riabilitativo per tutti i distretti del corpo che ne hanno bisogno.
  • Mezzi fisici ad alta tecnologia: come laserterapia, tecarterapia, ultrasuoni, ipertermia e correnti antalgiche. Talvolta capita che in una singola seduta vengano integrati più mezzi fisici, al fine di dare uno stimolo specifico alla biologia del tessuto.