La fascite plantare è la più comune causa di dolore al tallone e alla pianta del piede. Colpisce maggiormente la popolazione tra i 40 e i 60 anni; in particolare, ricorre più spesso tra le donne, le persone in sovrappeso, i ballerini, i runners e i praticanti l’atletica leggera. La fascia si presenta tesa come una corda tra il calcagno e le dita dei piedi, svolgendo un ruolo di supporto per evitare la caduta dell’arco plantare. Si tratta di una sorta di corda naturale che viene inevitabilmente sollecitata dalla corsa in punta di piedi, dal procedere in salita. Tutti questi movimenti, insieme al repentino cambio di direzione sono i fattori che contribuiscono ad aumentarne lo stress e la tensione.
Quando lo stress diventa troppo forte, rispetto a quelle che sono le proprie abitudini precedenti, la fascia può irritarsi nella sua zona di inserzione sul calcagno. Il dolore, solitamente, si manifesta in modo graduale e, se tollerato, a lungo andare può può interferire severamente con la pratica delle attività sportive. Appare soprattutto al mattino, momento in cui la fascite plantare causa una sensazione di rigidità. Si avverte un dolore localizzato nella parte antero-mediale del calcagno e aumenta in proporzione al carico applicato.
Importante è ridurre i fattori di stress ed evitare allenamenti dolorosi. È fondamentale aumentare l’ammortizzazione e l’altezza del tallone, la rigidità longitudinale e il supporto dell’arco plantare all’interno della scarpa per scaricare la fascite. Si consiglia, inoltre, di evitare il ghiaccio e l’assunzione di farmaci antinfiammatori, che interferiscono con la guarigione dei tessuti e di applicare una benda rigida che sostenga l’arco e riduca la tensione sulla fascia. Fondamentale è eseguire esercizi di rinforzo dei muscoli intrinseci del cuore ed esercizi di rinforzo isometrico dei flessori plantari con le dita dei piedi posizionate in estensione.
Per un trattamento a lungo termine, si deve quantificare lo stress meccanico, aumentando gradualmente il volume degli allenamenti che dovrebbero essere giornalieri e incrementale lentamente la velocità. La terapia è di natura conservativa. Il trattamento chirurgico è riservato solamente a quei pazienti che non rispondono alla cura conservativa e che presentano la problematica da oltre un anno.
Guarire dalla fascite plantare è possibile; tuttavia, il percorso di recupero è lungo e richiede al paziente di seguire la terapia in modo scrupoloso.
Per prevenire la fascite plantare si consiglia di aumentare la capacità di carico, quantificando lo stress meccanico della corsa, soprattutto di quella in salita, eseguire esercizi funzionali di rinforzo.
B. Dubois, F. Berg, La salute nella corsa, 2019