Un sistema scheletrico si considera forte quando è un sistema con un rischio minore di subire una frattura. Per esempio, in un individuo anziano, una frattura può rappresentare l’inizio di un decondizionamento, aumentando dopo gli 80 anni il rischio di mortalità da 2 a ben 4 volte. Negli atleti, una frattura li costringe a sospendere gli allenamenti, riducendo il livello prestativo. Negli adolescenti, è fondamentale ottimizzare la forza delle ossa per ridurre il rischio di una frattura durante il corso della vita.
Un osso si considera forte per le sue proprietà qualitative e quantitative. Le prime sono strutturali: spessore e geometria della corticale e orientamento delle trabecole per assorbire l’impatto. Quelle quantitative sono quelle relative al numero e allo spessore delle trabecole e alla densità minerale ossea (BMD). La BMD viene misurata per valutare la forza dell’osso, in quanto il rischio di frattura è negativamente correlato con il BMD.
Lo scheletro deve essere stimolato per diventare più forte. Gli stress meccanici e gli agenti biochimici permettono l’anabolismo osseo. Di conseguenza, l’attività fisica è probabilmente la strategia principale per migliorare la massa ossea.
Lo sport provoca un miglioramento del BMD, soprattutto le attività sportive che prevedono carichi importanti o impatti ripetuti che stimolano la formazione ossea. Invece, gli sport di resistenza principalmente aerobici, come camminare o correre, determinano un minor guadagno di massa ossea.
La corsa è consigliata per contrastare uno stile di vita sedentario. Ha più che altro un effetto preventivo su disturbi metabolici come il diabete, l’ipertensione, l’obesità e numerose patologie tumorali.
Si è evidenziato che sono i primi minuti dell’esercizio a stimolare la formazione ossea. Ma l’osso è anche un tessuto che si affatica molto velocemente. L’allenamento a intervalli, un allenamento caratterizzato da un’alternanza di fasi di lavoro e di recupero, ha un effetto positivo sull’osso superiore e limita l’affaticamento rispetto ad un allenamento di tipo continuo.
Invece, la corsa in discesa aiuta ad aumentare ad ogni passo la forza di reazione al suolo e determina un lavoro maggiore del quadricipite e del tricipite surale, particolarmente efficace per aumentare la massa ossea.
La pratica di attività aerobiche da parte dei pazienti non deve essere interrotta, per i benefici da un punto di vista metabolico. Ma queste attività sono probabilmente inefficaci per rinforzare le ossa. Un allenamento a intervalli, per prevenire l’affaticamento osseo, o la corsa in discesa, per le sollecitazioni da impatto maggiori e per il maggior lavoro eccentrico, dovrebbero essere quindi adottati per mantenere o aumentare la forza dell’osso.